IL GRILLO PARLANTE

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  1. Quirita
     
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    Il non voto utile



    Vocabolario Garzanti:
    Voto [vó-to]:
    1. espressione della volontà, quando si deve eleggere qualcuno o si deve decidere qualcosa collettivamente.
    Utile [ù-ti-le]:
    1. che può essere usato, che può appagare un bisogno
    2. che apporta un vantaggio, un profitto; che è di giovamento efficace.
    Il voto del 13 aprile non è contemplato dal vocabolario, non possiamo infatti eleggere qualcuno, ma solo fare una croce su un simbolo di un partito. Anche la decisione collettiva è esclusa dalle elezioni politiche. Non è infatti un referendum e neppure una proposta di legge popolare.
    Per un utilizzo aggiornato della parola “voto” va quindi introdotto un nuovo significato:
    1. manifestazione di carattere rituale con cui i cittadini ratificano le scelte dei partiti.
    Passiamo all’aggettivo “utile”. Qui andiamo senz’altro meglio.
    L’aggettivo “utile” insieme alla parola “voto” risignificata è perfetto: “voto utile”.
    Il voto utile può “essere usato, può appagare un bisogno”. E’ facile dimostrarlo. Sottrae ai processi i condannati, riabilita i pregiudicati, sistema le mogli, stimola le amanti e piazza i figli di. Il voto utile “apporta un vantaggio, un profitto ed è di giovamento efficace”. Il ritorno economico è indubbio 25.000 euro al mese, la pensione dopo due anni e mezzo, le auto blu e, solo per i trasgressivi, coca e puttane e gli elicotteri dell’Aeronautica Militare.
    La campagna per il voto utile è senza confini. Morfeo Napolitano lo ha ricordato in suo raro momento di veglia dal lontano Cile. Ha difeso i partiti, espressione della democrazia, e attaccato i facili populismi. Poi ha ripreso a dormire.
    Lo psiconano e Topo Gigio sono da sempre in prima fila per il voto utile. Se li voti sei utile, altrimenti no. Testa d’Asfalto senza il vostro voto non avrebbe più Rete 4, i suoi amici pregiudicati, i conflitti di interessi. Il sindaco de Roma sarebbe costretto a andare in Ruanda o in Madagascar a scrivere libri e a salvare l’umanità in pericolo. Fatelo per loro. Fatelo per voi. Mandateli a fanculo il 13 aprile con un “non voto utile” alle elezioni politiche.
    [nón] [vó-to] [ù-ti-le]:
    1. riconquista dello Stato da parte dei cittadini
    2. delegittimazione del parassitismo dei partiti.
    V-day 25 aprile. Informazione libera in libero Stato.
     
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  2. Quirita
     
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    LA GRANDE(VOLUTA,CERCATA E TROVATA)SCONFITTA DI GRILLO, GRANDE ACCUSATORE...SENZA NE' CAPO NE' CODA.


    Leggete i nomi dei pre eletti al Senato. Sono più o meno sempre quelli, da Castelli a Calderoli, dalla Bonino "Madre Teresa di Confindustria", alla moglie di Fassino "Sette Legislature" Serafini , da Follini "Uovo Sempreinpiedi" a Sircana "Beau de nuit", dal matusalemme Dini all'intellettuale di Arcore Pera. Sempre loro. Hanno trovato l'America a Palazzo Madama. I soldi per il piano Marshall li mettiamo noi. Non se andranno mai.Il Senato è il loro club Med. Leggete l'elenco dei senatori e confrontatelo con i risultati elettorali. Se la maggior parte dei nomi corrisponderà, vuol dire che vi hanno presi per i fondelli. Il non voto è l'unico voto utile. ... [continua]




    A urne non ancora aperte vi presento la Camera dei deputati. Il 13 e il 14 aprile non potremo votare il candidato. Si sono messi d'accordo e con una legge anticostituzionale si eleggono fra di loro. Questa legge porcata è di tutti: del centrodestra che l'ha fatta, del centrosinistra che non l'ha abrogata in due anni di governo, del Presidente della Repubblica che ha indetto le elezioni prima del referendum sulla nuova legge elettorale. ... [continua]


    DELLE SUE PREVISIONI CE NE FACCIAMO BEN POCO, LE SUE FANTOMATICHE LISTE SI SONO SCIOLTE AL SOLE, DOV'E' LA GENTE GRILLINA?

    O MEGLIO::"MA A GRILLO IMPORTA TUTTO CIO'?"


    Travaglio e Gomez mi hanno inviato l'elenco dei condannati, prescritti, indagati e rinviati a giudizio che verranno eletti in Parlamento. Anzi, che sono già stati eletti dai segretari di partito. Sono in tutto 100, con delle new entry meravigliose. Personale di prim'ordine. Come scelgono le ciurme Berlusconi (56) e Veltroni (18) , nessuno al mondo.
    In altri Paesi, Finlandia o Stati Uniti ad esempio, sarebbe sufficiente proporre uno solo dei condannati presenti nella lista per perdere le elezioni. Da noi è tutto il contrario. Il condannato serve a vincerle le elezioni. Porta i voti delle mafie, delle lobbies, degli evasori. O, più semplicemente, la candidatura è il prezzo del silenzio. L'Italia è la terra di Machiavelli. Se il fine giustifica i mezzi, il condannato giustifica i voti. I condannati con sentenza definitiva e i prescritti ricevono il premio per la loro buona condotta. I condannati in primo o in secondo grado ottengono l'immunità parlamentare.
    Il Parlamento è una zona franca. Nel senso che chi ci entra la fa franca. Un luogo dove la legge non può arrivare. L'Italia dei Valori è l'unica senza fedine sporche. Antonio Di Pietro è come la kriptonite per Testa d'Asfalto. Lunedì queste 100 persone potranno sedersi in Parlamento. Senatori e deputati della Repubblica. Nessuno di voi li avrà eletti. Per la loro condotta sociale riceveranno uno stipendio da favola e il diritto alla pensione dopo poco più di due anni. Segnatevi i loro nomi: è anche per loro che pagate le tasse.


    Classifica partiti per numero di condannati, prescritti, indagati e rinviati a giudizio(*):

    - PDL 56
    - PD 18
    - UDC - Rosa Bianca 9
    - Lega Nord 8
    - Partito Socialista 3
    - Sinistra Arcobaleno 3
    - La Destra 2
    - Aborto No Grazie 1
    - Italia dei Valori 0

    Stampate la lista con i nomi e i reati e diffondetela. Informare è un dovere.

    (*) Fonte: “Se li conosci li eviti” di Marco Travaglio e Peter Gomez


    CONTINUA A SCIORINARE LISTE DI NOMI VIA INTERNET,MA LA GENTE SEMBRA NON ESSERE CON GRILLO,PERCHE'?

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  3. Don Giuliano
     
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    Grillo: «E ora cominciamo a giocare duro
    Il 25 aprile tutti al secondo V-day»


    ROMA (15 aprile) - «Ora cominciamo a giocare duro». Con questa battuta Beppe Grillo spiega all'agenzia Ansa il suo atteggiamento all'indomani del voto. Il riferimento del comico è al prossimo V-day contro l'informazione: «Giocheremo duro con i nostri mezzi, con la rete in primo luogo, contro un'informazione che altera l'idea stessa e la percezione della democrazia».

    Secondo Grillo, in questa tornata elettorale tutto è andato come da copione ma ricorda anche quanto è accaduto in soli sei mesi: «Un periodo in cui è successo di tutto». In particolare, il comico genovese sottolinea la «scomparsa della sinistra», ma anche la pesante sconfitta di Walter Veltroni e la nascita di due federalismi. «Il voto a Mpa e alla Lega - dice anche dal blog Grillo - è un segnale di "si salvi chi può". Ognuno per sè e Dio per tutti. Se Soru, per fare un esempio, avesse presentato una lista secessionista in Sardegna avrebbe vinto a mani basse».

    Infine Grillo ribadisce le critiche alla legge elettorale «incostizionale e illegale» e dà appuntamento al 25 aprile, giornata del secondo Vaffa-day.

     
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  4. Quirita
     
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    15 maggio 2008, in Marco Travaglio
    Il giornalismo e il caso Schifani




    di Marco Travaglio
    da repubblica.it (15 maggio 2008)

    Caro direttore,
    D'Avanzo è liberissimo di ritenere che i cittadini non debbano sapere chi è il presidente del Senato. Io invece penso che debbano sapere tutto, che sia nostro dovere informarli del fatto che stava in società con due personaggi poi condannati per mafia, che si occupava di urbanistica come consulente del comune di Villabate, controllato dal clan Mandalà, anche dopo l'arresto del figlio del boss e subito prima dello scioglimento per mafia.
    Perciò l'ho scritto (dopo valorosi colleghi come Lillo, Abbate e Gomez) e l'ho detto in tv presentando il mio libro. Anche perché la Procura di Palermo sta ancora vagliando le dichiarazioni rese nel 2007 dal pentito Francesco Campanella, già presidente del consiglio comunale di Villabate e uomo del clan Mandalà, sul piano regolatore che, a suo dire, il boss aveva "concordato con La Loggia e Schifani" (Ansa, 10 febbraio 2007).

    Ciò che non è consentito a nessuno, nemmeno a D'Avanzo, è imbastire una ripugnante equazione tra le frequentazioni palermitane del palermitano Schifani e una calunnia ai miei danni che - scopro ora - sarebbe stata diffusa via telefono da un misterioso avvocato: e cioè che l'imprenditore Michele Aiello, poi condannato per mafia in primo grado, mi avrebbe pagato un albergo o un residence nei dintorni di Trabia. La circostanza è totalmente falsa e chi l'ha detta e diffusa ne risponderà in tribunale.

    Potrei dunque liquidare la cosa con un sorriso e un'alzata di spalle, limitandomi a una denuncia per diffamazione e rinviando le spiegazioni a quando diventerò presidente del Senato. Ma siccome non ho nulla da nascondere e D'Avanzo sta cercando - con miseri risultati - di minare la fiducia dei lettori nella mia onorabilità personale e nella mia correttezza professionale, eccomi qui pronto a denudarmi.

    Se questo maestro di giornalismo avesse svolto una minima verifica prima di scrivere quelle infamie, magari rivolgendosi all'albergo o dandomi un colpo di telefono, avrebbe scoperto che: 1) non ho mai incontrato, visto, sentito, inteso nominare questo Aiello fino al giorno in cui fu arrestato (e comunque, non essendo io siciliano, il suo nome non mi avrebbe detto nulla); 2) ho sempre pagato le mie vacanze fino all'ultimo centesimo (con carta di credito, D'Avanzo può controllare); c) ho conosciuto il maresciallo Giuseppe Ciuro a Palermo quando lavorava alla polizia giudiziaria antimafia (aveva pure collaborato con Falcone). Mi segnalò un hotel di amici suoi a Trabia e un residence ad Altavilla dove anche lui affittava un villino.

    Il primo anno trascorsi due settimane nell'albergo con la mia famiglia, e al momento di pagare il conto mi accorsi che la cifra era il doppio della tariffa pattuita: pagai comunque quella somma per me esorbitante e chiesi notizie a Ciuro, il quale mi spiegò che c'era stato un equivoco e che sarebbe stato presto sistemato (cosa che poi non avvenne). L'anno seguente affittai per una settimana un bungalow ad Altavilla, pagando ovviamente la pigione al proprietario. Ma i precedenti affittuari si eran portati via tutto, così i vicini, compresa la signora Ciuro, ci prestarono un paio di cuscini, stoviglie, pentole e una caffettiera. Di qui la telefonata in cui parlo a Ciuro di "cuscini". Ecco tutto.

    Che c'entri tutto questo con le amicizie mafiose di Schifani, francamente mi sfugge. Qualcuno può seriamente pensare che, come insinua D'Avanzo, quella vacanza fantozziana potrebbe rendermi anche solo teoricamente ricattabile da parte della mafia o addirittura protagonista di "una consapevole amicizia mafiosa"? Diversamente da Schifani, non solo sono un privato cittadino. Non solo non sono mai stato socio né consulente di personaggi e di comuni poi risultati mafiosi. Ma non ho mai visto né conosciuto mafiosi, né prima né dopo la loro condanna. Chiaro? Se poi questo è il prezzo che si deve pagare, in Italia, per raccontare la verità sul presidente del Senato, sono felice di averlo pagato.
    Ps. Su una sola cosa D'Avanzo ha ragione. Tra i miei ex direttori, ho dimenticato quello del "Borghese": Daniele Vimercati. Era uno splendido e libero giornalista. Purtroppo non c'è più, l'ha portato via a 43 anni una leucemia fulminante. Mi manca molto.

    Nessuno ha mai messo in dubbio l'onorabilità di Travaglio. Nessuno ha voluto sollevare una noiosa e irrilevante polemica personale. Si è voluto soltanto ragionare senza ipocrisie su un metodo giornalistico che, con niente o poco, può distruggere la reputazione di chiunque. Era un memento a Travaglio e a noi stessi ad usare con prudenza, armati di niente o poco, la parola "verità" (evocata, purtroppo, anche oggi). E prima di mettere punto: ma davvero c'è qualcuno che, in buona fede, può pensare che Repubblica faccia sconti alla mafia e alle sue collusioni con i poteri?
    (g. d'a.)


    In apertura Santoro difende il giornalista e attacca Corsera e REpubblica
    Annozero: battibecco Castelli-Travaglio
    «La banda dei quattro: Santoro, Travaglio, Di Pietro e Grillo. Tolti loro il Paese si modernizzerà»
     
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  5. REDYANEZ
     
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    Scrivevo di emmemmme Massimo Moratti nel blog il 23 aprile 2007, diciassette mesi fa:
    “Ogni tanto il fratello maggiore Gianmarco gli chiede di mettere una firma sui collocamenti. La gente si fida di lui, del suo aspetto da Bugs Bunny buono. E così è stato anche per il debutto di Saras in Borsa. I Moratti hanno incassato 1,7 miliardi di euro, ne avevano bisogno per rinforzare la squadra. Il titolo fu quotato a 6 euro in un momento di crollo del settore energetico. Chi lo comprò perse il 12% in un solo giorno. Riassunto: qualcuno decide che il prezzo di 6 euro è giusto, i risparmiatori ci credono, comprano, perdono. I Moratti e le banche ci guadagnano e la procura indaga. La Consob dov’era? Cardia illuminaci.”

    Emmeemme farfugliò di querele contro di me di cui non ho avuto notizia. Quelle che ho comunque mi bastano.
    Diciassette mesi dopo il post “Senza rubare”, il 23 settembre 2008, il consulente tecnico della Procura di Milano ha descritto l’operazione Saras in 400 pagine.
    Il consulente, come riportato da Repubblica: “ha ipotizzato che l’incasso della quotazione sia servito soprattutto a un ramo della famiglia, quello di Massimo Moratti, per far fronte ai debiti dell’Inter. Con un contestuale danno per il mercato di 770 milioni di euro”.
    In sostanza le azioni sono state quotate a un prezzo molto superiore al loro valore. I Moratti e le banche hanno incassato. Chi ha comprato ha perso 770 milioni di euro.
    Le banche hanno offerto un aiuto prezioso per la collocazione dei titoli. Le email sequestrate dalla magistratura:
    - “E’ vitale che davanti al prezzo ci sia un 6”, Federico Imbert, Jp Morgan
    - “Devi essere al corrente del fatto che abbiamo ottenuto 1,6 miliardi di euro, cioè da entrambi i fratelli, ma uno dei due deve ripagare 500 milioni di debiti, così quella parte non la vedremo per lungo tempo” Emilio Saracco, Jp Morgan
    - “Parlato a lungo con Miccichè di Intesa. E’ contento del lavoro fatto insieme su Saras e Intercos. E’ personalmente a disposizione per stimolare forza vendita specialmente su Saras. Chiede di informarlo se vediamo problemi o sgranature. Tiene ovviamente molto al successo data l’esposizione sua e di Passera con i Moratti. E’ stato da lui Galeazzo Pecori Girali di Morgan Stanley consigliando di non esagerare sul prezzo. Lui crede che lo faccia per invidia nei nostri confronti” Federico Imbert, Jp Morgan.
    Che Saràs, Saràs …:
    - Moratti, incasso 1,6 miliardi di euro
    - Jp Morgan, incasso 26,7 milioni di euro
    - Banca Caboto, incasso 18 milioni di euro
    - Morgan Stanley, incasso 20,9 milioni di euro
    - Azionisti, perdita 770 milioni di euro.

    dal blog di Beppe Grillo, pubblicato il 25 settembre alle 14.18


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94 replies since 13/11/2007, 14:34   598 views
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