IL GRILLO PARLANTE

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  1. totti10gold
     
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    13 Dicembre 2007
    L'Italia vista dal New York Times


    Il New York Times ha pubblicato oggi un servizio sull’Italia che sta affondando e sul V-day. Sul suo sito sono presenti un lungo articolo, un video e una raccolta di fotografie dal titolo “A life less dolce” (Una vita meno dolce).
    Dall’articolo “In a Funk, Italy sings an Aria of disappointment”:
    “Il modello di vita low-tech (a bassa tecnologia) può ammaliare i turisti, ma l’utilizzo di Internet e del commercio elettronico sono tra i più bassi di Europa, così come gli stipendi, gli investimenti dall’estero e la crescita. Le pensioni, il debito pubblico e il costo dell’amministrazione pubblica sono invece tra i più alti.
    Gli ultimi dati fanno riferimento una nazione più vecchia e più povera, a tal punto che il suo vescovo più importante ha proposto di incrementare i pacchi cibo per i poveri.
    Il 70% degli italiani tra i 20 e i 30 anni vive a casa dei genitori, condannato a una adolescenza sempre più lunga e poco produttiva. Molti dei più brillanti, come i più poveri un secolo fa, lasciano l’Italia.
    Ronald Spogli, l’ambasciatore americano che conosce l’Italia da quaranta anni, avverte che l’Italia rischia una diminuzione del suo ruolo internazionale e delle relazioni con Washington. I migliori amici dell’America sono i business partner e l’Italia non è tra i più importanti. La burocrazia e regole poco chiare hanno portato gli investimenti USA in Italia a soli 16,9 miliardi di dollari nel 2004 mentre in Spagna erano 49,3 miliardi.
    In Danimarca il 64% delle persone ha fiducia nel Parlamento, in Italia il 36%. Le statistiche indicano che l’11% delle famiglie italiane vive sotto il livello di povertà e che il 15% ha difficoltà ad arrivare a fine mese con il proprio stipendio”.

    Così ci vede il mondo. Tutte cose che chi frequenta il blog conosce da tempo, ma è confortante vederle scritte su un giornale di livello internazionale.

    Domani alle ore 10.30 mi recherò con un risciò a tre posti a Palazzo Madama a Roma per consegnare le firme per la legge popolare “Parlamento Pulito” al presidente del Senato Franco Marini. Pedalerò con gli scatoloni dei moduli per Via Giuseppe Zanardelli, proseguendo per Via Sant’Agostino, Corso del Rinascimento, Via Santa Giovanna D'Arco e Via della Dogana Vecchia. Chiederò a Franco Marini di poter illustrare la legge popolare al più presto in Senato. Stay tuned.
     
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  2. totti10gold
     
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    14 Dicembre 2007
    Un risciò per ripartire

    foto da repubblica.it

    Che bella gente ho visto questa mattina pedalando nelle strade di Roma. Troppo buona con me. Certo che se due ali di folla ti gridano “Sei er mejo” un po’ ti monti la testa. Mi sembrava di essere Cesare in trionfo sul risciò.
    Quando sono arrivato a Palazzo Madama con gli scatoloni delle vostre firme mi sono svegliato da un bel sogno. Quello di un popolo libero senza pregiudicati per reati, anche gravissimi, in Parlamento. Marini mi ha ricevuto, è stato gentile.
    Un funzionario del Senato mi ha protocollato con il numero 1936. Aveva della sabbia nelle tasche. Mi sono insospettito perchè la usava per benedire i moduli. Ha parlato di commi, procedure, integrazioni e di tampax. La legge popolare “Parlamento Pulito” potrebbe infatti essere “assorbita” nelle proposte legislative di Calderoli, quello della “porcata” che, per coerenza, va a passeggio con un maiale la domenica mattina. E questa è l’ipotesi migliore. Infatti le tre proposte di legge, nel pieno rispetto dell’iter costituzionale-parlamentare potrebbero essere subito affossate dalle commissioni parlamentari senza neppure una discussione in aula.



    Ho spiegato a Marini che per la prima volta nella storia della Repubblica sono state raccolte 350.000 firme in un giorno per una legge popolare, che un milione e mezzo di persone VERE sono scese in piazza. E’ rimasto pensoso, credo che ci rifletterà almeno un quarto d’ora. Poi fumerà la pipa.
    De Rita ha definito il nostro Paese nell’ultimo Rapporto Censis: “Una società mucillagine al posto dello sviluppo di popolo”. Il Rapporto Demos-La Repubblca ha fotografato “Un’Italia insicura, sfiduciata e stufa del vecchio che avanza”. Il New York Times ha scritto su di noi un articolo che sembra un necrologio.
    Sono segnali che sveglierebbero i morti.
    Il presidente Napolitano ha però dichiarato: “L’Italia non è quella di Grillo”. E ha ragione, è la sua Italia, della sua classe politica. Quella che si è insediata da trenta/quaranta/cinquant’anni nelle stanze del potere. Devo svelarvi un segreto: l’Italia è sotto il controllo delle pantere grigie. Che pensano per solidarietà alla pensione dei loro coetanei, ma non ai giovani che non l'avranno mai.
    Cari politici, qualunque cosa questa parola significhi ormai, la ricreazione sta per finire.


    Postato da Beppe Grillo il 14.
     
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  3. Ultimo71
     
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    Stavolta je l'appoggio Sor Grillo...anche perché visto che pure la Spagna ha messo la freccia e c'ha superato...come non si può nun esse d'accordo co lei ? In Germania ce sta n'Cancelliere Donna, in Francia ce st n'Presidente giovane che con nonchalance sbatte in prima pagina la sua nuova storia d'amore...In Italia invece che succede ? I soli decrepiti alle solite poltrone e, soprattutto, il solito vecchietto della canzone che diceva "Il vecchietto dove lo metto, dove lo metto non si sa...". Si sa eccome: nella poltrona più alta della Repubblica, in attesa di diventare Senatore a vita e decidere pe n'anno e mezzo le sorti di un governo morto prima di nascere. E l'economia va a rotoli: ce manca solo che se trasferimo tutti in Africa e fa i Vù Cumprà!
     
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  4. totti10gold
     
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    15 Dicembre 2007
    Camion vuoti e polmoni CO2

    Danzatrici a Bali, foto di FriskoDude

    I camion hanno bloccato l’Italia. Non è una novità, la bloccano tutti i giorni. Sono sempre immobili sui cavalcavia, nelle tangenziali, dentro ai tunnel. I camion non viaggiano, parcheggiano in movimento. Metà sono vuoti. Quando arrivano a destinazione ritornano indietro senza un altro carico. Il trionfo dell’ignavia dei governi. Esistono decine di migliaia di piccole aziende padronali, ma vi pare possibile? Se fossimo un Paese serio domani ci sarebbe in circolazione la metà dei camion a parità di merci trasportate.
    La penisola italiana è una piattaforma naturale sul mare. Le repubbliche marinare sono nate qui, ma i nostri porti sono in declino. Una integrazione del trasporto nave/treno/camion non esiste. Più camion, più pedaggi, più gasolio: chi ci guadagna? Stato, Fiat, società autostradali, petrolieri.
    I camionisti si ritrovano a competere sulle strade senza soste e senza orari per un pugno di euro. A quando una programmazione nazionale dei trasporti che venga attuata in tre anni sotto il controllo dei cittadini?
    Lo sciopero ha avuto i suoi lati positivi, grazie alla diminuzione del monossido di carbonio ogni italiano ha guadagnato un paio di giorni di vita. Le città sono diventate più serene e sono fiorite le biciclette. Chi vive in campagna è tornato a comprare latte e uova dal contadino. La macchina è rimasta parcheggiata e abbiamo risparmiato in benzina. Abbiamo rivolto la parola dopo anni al vicino di casa per chiedergli il sale.
    In questi giorni siamo a Bali insieme alle altre nazioni del mondo. Un po’ per prendere il sole, ho visto un Pecoraro abbronzato in diretta tv. E un po’ per sparare cazzate. Nelle nostre città non ci sono taxi e autobus elettrici, né piste ciclabili. Abbiamo sforato i parametri di Kyoto per il CO2. Costruiamo inceneritori e blateriamo di nucleare sicuro. E non siamo neppure capaci di far viaggiare i camion pieni. Mi viene una sola parola per descrivere questa situazione: “Buffoni!”.

     
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  5. totti10gold
     
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    16 Dicembre 2007
    Buffon senza rete


    E’ morto Rocco Marzo, il quinto assassinato sul lavoro a Torino, dopo due interventi chirurgici.
    A Torino, oltre alla ThyssenKrupp, c’è la Fiat, il cui presidente è anche presidente di Confindustria. Dopo la pubblicità progresso e quella ingannevole la Fiat ha inventato la pubblicità deplorevole. In uno spot, Buffon, simbolo della squadra di famiglia, si lancia come Tarzan tra parapetti inesistenti e senza nessuna protezione. La realtà in molti cantieri è quella illustrata dal portierone, ma incoraggiarla è eccessivo, certo padronale, forse criminale.
    L’AITeP, Associazione Italiana dei Tecnici della Prevenzione, ha ritoccato opportunamente la pubblicità. Vi invito a trovare le differenze tra le due foto.



    Buffon, sui ponteggi mandaci Montezemolo!

    Per chiudere in bellezza vi invito a riflettere sui dati che mi ha segnalato Marco Bazzoni-Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza dal sito di ANNO ZERO:
    “NUMERI (a cura di Giusy Arena e Filippo Barone)
    774: morti sul lavoro da gennaio a settembre 2007
    34.051: incidenti sul lavoro nel 2006 (Inail)
    8.450: ispettori per 5 milioni di aziende
    30: ispettori a Torino per 68 mila aziende (1 ogni 2.266 aziende)
    93%: condannati in primo grado che non va in carcere (Mario Almerighi, magistrato)
    150 mila: processi che ogni anno vanno in prescrizione (Ministero Giustizia)
    + 8,1%: profitti generati da un dipendente per l’azienda in un anno
    + 0,4%: salario di un dipendente ogni anno
    + 90%:profitti delle grandi imprese industriali in dieci anni
    + 5%: redditi di un dipendente in dieci anni (Ires-Cgil)
    Si ringrazia particolarmente l’Ires-Cgil per la collaborazione."

    Integrazione di Marco Bazzoni, che contesta alcuni dati:
    930.000 incidenti sul lavoro nel 2006 e non 34.051
    1.950: gli ispettori che controllano la sicurezza (o tecnici della prevenzione negli ambienti di lavoro).
     
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  6. totti10gold
     
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    17 Dicembre 2007
    Buon Natale Precario

    foto di hape_gera

    Ragazzi, per favore, inviatemi qualche lettera positiva. Ogni mattina dopo aver letto le vostre testimonianze ho un leggero orientamento verso il suicidio. Per questo oggi ho deciso di cambiare, di pubblicare la mail di Francesco. Un ragazzo fortunato di 30 anni, che fa l’insegnante, ha uno stipendio di 1.172 euro per ben nove mesi all’anno ed è pagato dallo Stato con qualche mese di piccolo ritardo. E’ un bamboccione viziato dalla mamma. Beato lui che se lo può permettere.
    Il precario sta diventando la normalità, è un’epidemia, tra poco la maggioranza degli italiani sarà precaria. I pochi assunti a tempo indeterminato saranno visti come dei profittatori, dei raccomandati, degli sfruttatori del popolo.

    Scaricate il libro "Schiavi Moderni", è la lettura ideale per passare un Buon Natale Precario.

    “Caro Beppe,
    mi chiamo Francesco, ho 30 anni, sono professore di lettere nei licei. Sono laureato in Lettere Classiche, mi sono abilitato all'insegnamento delle materie letterarie e del latino appena terminata l'università, da tre anni docente a tutti gli effetti.
    Negli anni della Specializzazione (la famigerata SSIS), ci era stato preventivato un periodo di precariato, o di "gavetta" come viene chiamato dai colleghi: anni difficili, di supplenze, di ore rubate qua e là, di stipendi scostanti e di didattiche incerte.
    Da giugno non vedo l'ombra di un quattrino: dopo aver terminato le lezioni del passato anno scolastico, mi sono dovuto arrangiare durante l'estate, sperando in nuove chiamate a settembre.
    All'apertura del nuovo anno scolastico, il Ministro Fioroni è sembrato venirci incontro stabilendo che per le supplenze di lungo corso, quelle annuali fosse il Ministero del Tesoro ad erogare gli stipendi, e non le casse dei licei. Questo per assicurare che tutti i docenti ricevessero il loro compenso con regolarità, e non dopo cinque o sei mesi.Dovrei essere uno dei beneficiari della nuova direttiva, “dovrei”: insegno in un liceo con un contratto annuale, ho più di cento studenti, percorro ogni giorno 80 km per recarmi al lavoro, per non parlare delle riunioni, colloqui e consigli di classe, straordinari, gite e sportelli didattici.
    E di stipendio ancora non se ne parla. A fine novembre ho ricevuto quello di ottobre: 1.172 euro. Poi più nulla. Ci sono giovani colleghi non pagati da settembre.La mia fortuna è di essere un perfetto “bamboccione”: vivo ancora in casa con mia madre, che per lo meno mi anticipa i soldi per la benzina, in attesa di ricevere il dovuto.
    Fa parte della cultura popolare ritenere che gli insegnanti non lavorino a sufficienza,che siano dei fannulloni: diciotto ore settimanali sono un lusso. Ho più di cento studenti: credete che bastino diciotto ore per gestire, organizzare e preparare il lavoro in classe? A casa le ore raddoppiano: pile di compiti da correggere, lezioni da preparare, prove di verifica.Ci assumono a settembre e ci licenziano a metà di giugno, un totale di nove mensilità. Non possiamo ammalarci né prenderci un giorno di permesso.
    Ho sgobbato all'università per laurearmi nei giusti tempi, sono riuscito subito ad accedere e a superare il biennio di abilitazione ed ancora devo chiedere i soldi a mia madre per la benzina.
    Caro Beppe, non abbiamo la certezza di uno stipendio a fine mese, ci arrabattiamo tra prestiti e fidi in banca, ci aiutano i genitori. Tuttavia non ci considerano precari a tutti gli effetti, non siamo “Schiavi Moderni”, non lavoriamo nei call center o come cottimisti: siamo docenti, non ci dobbiamo lamentare. Eppure anche noi non possiamo accedere ai mutui per la casa né pensare di metter su famiglia.
    I libri, purtroppo, non sono commestibili.Un saluto.” Francesco



     
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  7. totti10gold
     
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    9 Dicembre 2007
    Ghigliottine ad alta velocità

    foto da "Midnight Meat Train"

    Per aumentare la velocità dei treni le Ferrovie dello Stato non tralasciano nessun particolare. Al motto: “Prima si parte, prima si arriva”, Trenitalia ha ideato la partenza lanciata del treno.
    Il macchinista non ha più l’obbligo di verificare se le spie luminose che indicano la chiusura delle porte sono accese o spente prima di partire. E’ un incentivo per la produttività dei ferrovieri. Chi si attarda, infatti, rimane incastrato nella porta fino alla prossima stazione. Secondo i ferrovieri le sliding door hanno causato 800 incidenti e, solo da giugno, quattro morti a Roma Termini, Pietrasanta, Torricella e Verona.
    Le carrozze 'Gran confort' di prima classe, le cui porte si chiudono con violenza 'a ghigliottina' sono le più pericolose. Il grand confort lo ha sperimentato Antonio Di Luccio, capotreno, trascinato per 100 metri a cui sono stati amputati un piede e una gamba. “Eppure i dispositivi di sicurezza non richiederebbero grandi investimenti considerate le spese che si fanno in riverniciature e pubblicità”. Dante De Angelis, macchinista e delegato alla sicurezza licenziato e reintegrato.
    I capotreni si allenano il fine settimana per chiudere centinaia di volte il più velocemente possibile la porta di casa. Se la moglie fa qualche domanda gli rispondono: “E’ per la mia sicurezza”.
    Delegati di Sdl, Orsa, Cgil e Uil hanno presentato esposti per un intervento urgente della magistratura. Trenitalia è tranquilla, ha risposto che “gli indici non denotano aumento di mancanza di sicurezza. E che questi criteri saranno incrementati con l’introduzione di nuove tecnologie”.
    Quali saranno queste nuove tecnologie? Dopo la “porta ghigliottina” ci aspettano “poltrone elettriche di prima classe”, “carrozze piombate a gas nervino” e “cappio del bigliettaio”?

    “Ma corre corre corre corre la locomotiva
    e sibila il vapore, sembra quasi cosa viva” Francesco Guccini


    SCUSATE MA MI ERA SFUGGITO
     
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  8. totti10gold
     
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    10 Dicembre 2007
    Gli aquiloni

    foto di Mike Agner

    C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole (*), anzi d'antico: io vivo altrove, e sento che sono intorno rinati i partiti. Odo nomi primaverili in pieno inverno. E’ l’effetto serra popolare che scalda i posteriori dei segretari di partito.
    Topo Gigio Veltroni annuncia il “Partito Democratico”, lo psiconano risponde con il “Partito del Popolo Italiano delle Libertà”, i tre nani rossi dilibertobertinottimussi, insieme a Biancaneve Pecoraro, fondano “La Sinistra l’Arcobaleno”, Storace lieto annuncia “La Destra” (della circonvallazione di Arcore) e Fini usa l’asso nella manica, chiamerà AN “Alleanza per l’Italia”.
    Chi non avanza è perduto, chi non cambia nome sarà riconosciuto. Invece di fuggire all’estero o di ritirarsi in campagna i politici si rifanno il look. Hanno capito che qualcosa non funziona, che i cittadini che li insultano per strada non sono troppo contenti del loro operato.
    Avvengono anche i miracoli. Sono riapparsi Occhetto e Ingrao, Cossutta e Intini. Se Craxi fosse rimasto in Italia sarebbe candidato a Presidente dl Consiglio bipartisan.
    Insieme ai nomi fioriscono le percentuali: chi ha il 35%, chi il 15%, altri il 29%, nessuno va sotto il 10%. Una contabilità elettorale creativa che supera il 100% dei voti, arriva al 200% e oltre. E’ l’ottimismo della volontà di prenderci per il culo.
    Per cambiare veramente le cose i nostri dipendenti dovrebbero dotarsi di un nuovo nome e cognome, Pier Ferdinando Casini - Azzurro Caltagirone, Walter Veltroni - Romino Rosa. Lo psiconano potrebbe lanciare un referendum nei suoi tre milioni di gazebo per i suoi quaranta milioni di simpatizzanti tra due nomi a scelta: Licio Mangano o Vittorio Gelli.
    Dopo il nome proprio si potrebbe passare alla tintura di capelli, un Fini biondo o un Mastella rosso di vergogna non li riconoscerebbe nessuno. E infine, sotto protezione dei servizi segreti, cambiare il domicilio e i connotati.
    Questo sarebbe un vero cambiamento. I cittadini tornerebbero a votare, felici come bambini, “di un'aria d'altro luogo e d'altro mese e d'altra vita”.

    (*) Dalla poesia: “L’aquilone” di Giovanni Pascoli
     
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  9. totti10gold
     
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    18 Dicembre 2007
    Deriottizziamo il Tg1

    Clicca il video

    Il 13 settembre 2006 è una data miliare nella storia dell’informazione italiana. Da quel giorno Raiotta è il primo giornalaio Ogm a diventare direttore del Tg1. La sua capacità di incrociare le informazioni, e di trasformare la notizia in propaganda lo hanno portato molto in alto, o molto in basso, secondo i punti di vista. Il suo aplomb, la sua pronuncia inglese e i suoi abiti neri ne fanno il perfetto becchino dell’informazione italiana. I partiti lo amano e lui ama loro teneramente, in particolare i diessini.
    “Il 13 settembre 2006, con il consenso di otto consiglieri Rai ed un voto contrario, Gianni Riotta viene nominato direttore del TG1 succedendo a Clemente Mimun. Ha introdotto nel Tg1 tecniche anglosassoni di informazione,interviste in diretta durante il telegiornale, editoriali in diretta oltre a lanciare l'intreccio tra Internet e la televisione, con sondaggi e discussioni on line.” Wikipedia
    Ditemi chi ha dato voto contrario, gli voglio mandare una confezione di marron glacès.
    Il New York Times ha dedicato un servizio al declino dell’Italia. I suoi giornalisti hanno passato un intero giorno con me. L’articolo del NYT descrive un Paese che cerca in un comico un punto di riferimento. Il video del NYT è stato dedicato al V-day(*).
    E Raiotta che fa? Un servizio sul NYT in cui afferma che: “I politici sono sotto accusa, Beppe Grillo compreso…”.
    Il Tg1 è un servizio pubblico, non è di proprietà di un giornalaio e neppure delle segreterie di partito che lo hanno messo lì.
    Le aziende non dovrebbero più fare pubblicità prima del Tg1. Dovrebbero dissociarsi. In fondo è meglio anche per loro, chi vorrebbe essere associato a Raiotta?
    Pubblicherò sul blog il nome della prima azienda che si deriottizzerà.
    La cattiva informazione non può che avere cattiva pubblicità.

    (*) Raiotta dedicò al V-day solo 23 secondi

     
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  10. totti10gold
     
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    19 Dicembre 2007
    Appello all'Onu contro la pena di morte in Italia

    foto di Roberta Grilli Romani

    La moratoria per la pena di morte all’Onu è stato un piccolo passo avanti per l’uomo, ma un balzo gigantesco per l’umanità. Il fronte del boia è stato sconfitto. Prodi si è detto orgoglioso per l’Italia.
    La Cina ha avuto un attimo di terrore. Le centinaia di esecuzioni con pallottola a carico della famiglia del destinatario potrebbero essere messe in discussione. Insieme alla presenza alle Olimpiadi delle 104 nazioni che hanno firmato, compresa l’Italia. Quella del dalai-lema che non prende lezioni da Bush sul Tibet, ma solo ripetizioni sull’Afghanistan e sulla base di Vicenza, e di Valium Prodi che non ha ricevuto il Dalai Lama per “ragioni di Stato”. Qualunque italiano avrebbe ospitato il Dalai Lama a casa sua, colazione, pranzo e cena. E lo avrebbe considerato un onore. Un onore di Stato. Chi rappresentano questi governanti che volano sempre basso con il c..o degli altri?
    Sergio D’Elia, Rosa nel Pugno, è stato il simbolo della partecipazione italiana alla richiesta di moratoria.
    “Condannato definitivamente a 25 anni per banda armata e concorso in omicidio per aver fatto parte del vertice di Prima Linea e aver partecipato alla progettazione dell’assalto al carcere fiorentino delle Murate in cui, il 20 gennaio 1978, fu ucciso l’agente Fausto Dionisi. Eletto deputato è stato subito nominato dall’Unione segretario della Camera.”
    Nessun parlamentare italiano ha chiesto una moratoria per la pena di morte in Italia. Ci sono 1500 esecuzioni all’anno sui posti di lavoro, 4/5 al giorno. E’ una epidemia che va fermata con le maniere forti. Il Governo si muova. Se morissero in parlamento, caduti nell’adempimento delle loro attività istituzionali, 4/5 politici al giorno, forse Santa Emma Bonino di Confindustria se ne occuperebbe.
    Il profitto delle aziende in Italia vale più della vita delle persone. Nei titoli di oggi compare a tutta pagina: “Onu, uno storico no contro la pena di morte” e sotto, più in piccolo: “Lavoro, strage infinita in un giorno cinque vittime”.
    La vita dei padri di famiglia nelle fabbriche è più importante di tutto. Se ne deve occupare anche l’Onu.
    Inviate una mail per la moratoria degli assassinati italiani sul lavoro al segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon: [email protected]




     
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  11. totti10gold
     
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    20 Dicembre 2007
    Riserve indiane e riserve italiane


    A breve pubblicherò sul blog il Calendario 2008 dei Santi Laici d’Italia. Se ci sono proposte scrivetele nei commenti, anche se i giorni vuoti sono pochissimi.

    Introduzione al Calendario:
    “E’ meglio un giudice morto ammazzato o un giudice trasferito, deriso, inquisito, deferito? Meglio Livatino o De Magistris? Questo è il problema. Meglio vivere nella pax politico mafiosa o combattere come hanno fatto Borsellino, Falcone e centinaia di nostri cittadini e finire dimenticati sotto una lapide?
    Chi si fa i fatti suoi vive cent’anni, per questo siamo tra le popolazioni più longeve del mondo. Come si fa i cazzi suoi la maggioranza degli italiani non se li fa nessuno. Esistono però sacche di resistenti. Pochi milioni, meno del 10%. Per ora rumoreggiano, mormorano, mugugnano, bloggano. Sono come le riserve indiane, sono le nuove riserve italiane. I nostri Cavallo Pazzo, Toro Seduto e Geronimo si chiamano Travaglio, Abbate, Saviano.
    Le tribù dei Lakota hanno stracciato i Trattati firmati 150 anni fa con gli Stati Uniti. Non si considerano più cittadini statunitensi. La nazione Sioux si è ritirata unilateralmente dal resto del Paese. I Sioux d’Italia per ora non sono arrivati a tanto. Vogliono rimanere nella legalità. La loro, ovviamente, perché della legalità dei politici e delle lobby si è persa ogni traccia. Qualche milione di cittadini onesti vive nella sua riserva personale, in un appartamento con il mutuo a tasso variabile con la famiglia e gli amici. Sono piccole enclavi sparse nel Paese che aspettano il loro Little Big Horn e lo scalpo del Generale Custer.
    La divisione tra Paese onesto e disonesto è palese, i delinquenti non si nascondono più. Non hanno nulla da temere dalla legge. La magistratura è stata sconfitta, omologata. Il Parlamento è un luogo extragiudiziale, di servi, di pregiudicati e qualche brava persona capitata lì per caso. Nessuno di loro è stato eletto dagli italiani.
    Le enclavi degli onesti però si parlano attraverso la Rete, fanno proseliti e cercano soluzioni a livello locale. Sputtanano i consiglieri comunali corrotti, bloccano gli inceneritori, lottano per avere l’acqua pubblica. Si sostituiscono ai politici, diventano cittadini prestati alla politica. Come dovrebbe essere in un Paese civile.
    Il calendario 2008 ha quasi tutte le caselle dei giorni occupate, ma quasi nessun nuovo caduto. Ormai è sufficiente una legge, un’interpretazione, un comma, un giornale compiacente che pubblica notizie riservate e il gioco è fatto: il colpevole diventa il giudice. La politica si è evoluta, non ha più bisogno di tritolo. Oggi Borsellino sarebbe ancora vivo. Il CSM lo avrebbe condannato. Mastella ne avrebbe chiesto il trasferimento. I media lo avrebbero messo in croce. Sarebbe finito in una riserva italiana, dove è finito Caselli, dove finirà la Forleo.
    Una volta ci si chiedeva se saremmo morti democristiani, oggi ci chiediamo se moriremo in un Paese senza legalità.
    I Sioux scalpavano i nemici, noi non possiamo fare neppure quello. I nostri nemici hanno solo parrucchini e capelli di plastica.” Beppe Grillo


    Ps: L’Espresso ha pubblicato la conversazione tra lo psiconano e l’Olivo-Saccà. Ascoltatela a digiuno per non vomitare.


     
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  12. totti10gold
     
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    21 Dicembre 2007
    Anna Politkovskaja “Woman of the Year”


    Putin è stato eletto “Person of the Year” dal Time. Molti sono perplessi, ma non sanno che al secondo e al terzo posto si sono classificati lo Yeti e l’incredibile Hulk. Non c’era scelta e ha vinto a mani basse l’ex tenente colonnello del KGB. Esiste del resto un precedente. Nel 1939 il Time premiò Stalin, alleato dei nazisti. L’ex seminarista che aveva occupato la Polonia per liberarla dai reazionari ufficiali polacchi con un proiettile nella nuca nelle fosse di Katyn.L'anno prima il Time aveva indicato Adolf Hitler come uomo dell'anno...
    Se il Time propone Putin, questo blog premia come “Woman of the Year” Anna Politkovskaja, la giornalista uccisa a Mosca nell’ottobre del 2006, .
    Riporto il suo giudizio su Putin dal libro “La Russia di Putin” di Adelphi.

    “Putin – figlio del più nefasto tra i servizi segreti del paese – non ha saputo estirpare il tenente colonnello del KGB che vive in lui, e pertanto insiste nel voler raddrizzare i propri connazionali amanti della libertà. E la soffoca, ogni forma di libertà, come ha sempre fatto nel corso della sua precedente professione …
    Breznev è stato pessimo, Andropov sanguinario sotto una patina di democrazia, Cernienko un idiota. Gorbaciov non piaceva. Eltsin ogni tanto ci costringeva a farci il segno della croce per timore delle conseguenze delle sue decisioni. Colui che è stato una loro guardia del corpo, assegnato allo scaglione 25 con il compito di starsene impalato nel cordone di sicurezza quando il corteo di VIP sfrecciava oltre, proprio lui, Putin, incederà sul tappeto rosso della sala del Cremlino. Da padrone. Tra lo scintillio degli ori degli zar appena tirati a lucido, mentre la servitù sorriderà sottomessa e i suoi sodali – tutti ex pesci piccoli del KGB assurti a ruolo di grande importanza – gonfieranno il petto …
    Putin ha dimostrato più volte di non comprendere il concetto stesso di dibattito. E tanto meno quello di “dibattito politico”: chi sta sopra non discute con chi sta sotto, e se chi sta sotto si permette di farlo diventa un nemico. Se Putin si comporta in questo modo non lo fa perché è un tiranno o un despota congenito, ma perché così gli è stato insegnato. Queste sono le categorie che gli ha insegnato il KGB e che lui stesso ritiene ideali, come ha più volte dichiarato … Per questo rifiuta i dibattiti pre-elettorali: non sono il suo ambiente, non è capace di parteciparvi, non sa reggere un dialogo. La sua arte è quella del monologo, il suo schema quello militare: da basso rango era costretto a non fiatare? Ora che sono in cima alla scala parlo, anzi monologo, e che gli altri fingano d’essere d'accordo con me.” Anna Politkovskaja
     
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  13. totti10gold
     
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    22 Dicembre 2007
    Proci d'Italia





    Leggi il testo del discorso del giudice Norberto Lenzi.


    Un sindaco di Roma, segretario di un partito che non si è mai presentato alle elezioni. Un prescritto multiplo con amici e sodali finiti in galera. Queste due persone stanno negoziando il nostro futuro. Decidono come gli italiani dovranno votare. Disegnano la geografia degli eletti. Percentuali, circoscrizioni, accorpamenti, premi di maggioranza, deputati, senatori.
    Topo Gigio Veltroni non è neppure deputato, potrebbe al massimo fare una proposta per le elezioni comunali. Lo psiconano è un compratore professionista, tutto per lui ha un prezzo. Sta cercando di capire il prezzo del PD, ma sa che sarà un affare, si sono sempre venduti per poco.
    Due persone decidono per 58 milioni di italiani senza averne l’autorità istituzionale. La legge elettorale va discussa in Parlamento alla luce del sole. In termini chiari, semplici, comprensibili dai cittadini. Oggi, invece, è peggio della nebbia in Val Padana. Ogni partito deve illustrare la sua posizione, se ne ha una, in diretta televisiva alla Camera, gli italiani ascolteranno, giudicheranno. Sono loro che votano. La legge è per loro. Devono sapere tutto, ma proprio tutto. Non possono mangiare un piatto preconfezionato.
    Paghiamo (troppo) un Parlamento (che non abbiamo eletto) per fare le leggi. Topo Gigio e lo psiconano non hanno alcuna legittimazione per fare da soli una nuova legge elettorale. Se la nuova legge la decideranno loro, nei loro palazzi, allora questo si chiama colpo di Stato.
    Bertinotti si è preoccupato per la privacy di un signore che voleva comprare un senatore. Invece di espellere questo (basso) insulto alla democrazia dalla Camera ne tutela la privacy. Boia Faust(o). La RAI, un servizio pubblico, si fa bordello per far cadere il Governo. Questo è quello che è successo. Scusi Bertinotti, non me ne frega un c…o della privacy di queste persone. Le voglio fuori dal Parlamento, fuori dal servizio pubblico. E’ gente immorale, che della legalità ha sempre fatto carne da porco. E lei, tenera mammola, pensa alla loro privacy mentre viene chiesto il trasferimento dei giudici di Mastella e di D’Alema da una Letizia Vacca qualsiasi.
     
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    23 Dicembre 2007
    Amato, il piccolo scrivano torinese


    Giuliano Amato ha preso carta, penna e calamaio e ha risposto all’articolo del New York Times spiegando che la descrizione dell'Italia è solo una parodia. Riferiscono i bene informati che la sua difesa dell’italianità e, soprattutto, del buon operato dei politici sia stata senza pari. E che la lettera al più importante giornale degli Stati Uniti sia stata stesa direttamente in lingua inglese.
    La nuova attività del ministro degli Interni rischia di diventare un lavoro a tempo pieno. In futuro infatti dovrà corrispondere con tutti i giornali del mondo per salvaguardare la sua reputazione e quella dei suoi colleghi.
    Il Times, il più importante quotidiano inglese, è uscito ieri con un servizio sul Bel Paese: ”La dolce vita diventa amara per un’Italia vecchia e povera”, una descrizione ancora peggiore di quella del New York Times. L’ho tradotto e ne riporto un riassunto.

    Leggi l'articolo completo.

    “C’è un senso di angoscia nazionale in Italia mentre il 2007 sta terminando. Il senso di lacerazione va oltre i prezzi e i salari, arriva a un dibattito sull’anima e l’identità nazionale.
    Il passato è la gloria dell’Italia, ma anche la sua prigione, con la politica e gli affari dominati dalla gerontocrazia, con i giovani politici e imprenditori tenuti ai margini.
    Quando Romano Prodi ha tenuto un summit a Roma questa settimana con Nicolas Sarkozy e Zapatero, i commentatori hanno notato che mentre Zapatero ha 47 anni e Sarkozy 52, Prodi ne ha 68 e Berlusconi 71.
    Il best seller “La Casta” ha riportato che l’Italia ha il più alto numero di macchine blu in Europa, e che il palazzo presidenziale, il Quirinale costa quattro volte Buckingham Palace.
    Confesercenti, l’associazione dei commercianti, riferisce che questo anno le vendite di vestiti e di elettronica di consumo sono scese del 15% e i profumi del 10%. Ieri Coldiretti, il sindacato degli agricoltori, ha annunciato che la vendita di pasta è diminuita del 5% e del pane del 7%.
    Una ragione chiave per le disgrazie italiane è la crescita dei costi energetici. Un’altra il valore dell’euro nei confronti del dollaro. Anche il settore del lusso, per il quale l’Italia è rinomata, con nomi come Gucci, Armani e Versace sta avvertendo la diminuzione degli ordini. Globalizzazione e competizione a basso costo dall’Asia stanno minando le esportazioni tradizionali come il tessile.
    L’ultimo segnale per molti è stata la notizia che l’Italia è stata superata dalla Spagna per prodotto interno lordo pro capite. Secondo l’ufficio statistiche della Unione Europea, il Pil spagnolo è cresciuto del 5% tra i 27 membri della UE lo scorso anno, dal 3% dell’anno precedente.
    L’Italia è andata in direzione opposta, cadendo al 3% dal precedente 5%. La Spagna ha fissato il suo prossimo obiettivo, Zapatero vuol raggiungere l’economia francese.
    Gli italiani sono il popolo meno felice in Europa, secondo un sondaggio condotto dalla Università di Cambridge... I danesi sono risultati primi.
    I numeri dell’Italia
    - 0% crescita della popolazione
    - 42,5 età media, 38,5 in Inghilterra
    - un italiano su 5 ha più di 65 anni
    - 1,29 bambini nati per ogni donna. 2,1 è il numero necessario per mantenere il livello di popolazione attuale
    - 120 giorni persi ogni anno per scioperi per 1.000 lavoratori dal 2001 al 2005, confrontato con 26 giorni in Inghilterra
    - 20esima posizione nell’Human Development Index, l’indice delle Nazioni Unite che misura fattori come l’educazione, la salute, l’attesa di vita, quattro posti sotto l’Inghilterra e sette sotto la Spagna. L’Italia ha perso tre posizioni nell’ultimo anno
    - 7% tasso di disoccupazione, più alto di 76 nazioni, tra cui Romania, Nigeria, Cambogia e Ucraina
    - 106% debito pubblico in relazione al prodotto interno lordo, il sesto più alto nel mondo, più alto che quello dello Zimbabwe
    Fonti: UN, CIA, National Statistics” Richard Owen

    Segnalo ad Amato che anche testate tedesche, australiane, francesi, spagnole e perfino turche hanno descritto il declino italiano. Gli manderò le traduzioni in modo che possa rispondere con puntualità.

    Libera stampa in libero Stato. V-day 25 aprile. V-day 25 aprile
     
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  15. totti10gold
     
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    24 Dicembre 2007
    Il denaro sotto il presepe

    foto di Debbie C.B.'s

    Domani è Natale e un terribile delitto lo annuncia come una stella cometa. Una signora di Bassano del Grappa è stata uccisa e fatta a pezzi. Il suo prezzo di mercato era stato fissato in 800.000 euro dai rapitori. Si chiamava Iole Tassitani, era figlia di un notaio, viveva sola con i suoi gatti, aveva 41 anni.
    Il Natale mercificato ha avuto la sua vittima sacrificale. Natale è un punto di arrivo, la celebrazione del consumismo e del denaro. Di sacro è rimasto solo il conto corrente. Tutto si pesa in soldi. La vita delle persone, gli organi di un bambino, l’acqua, l’aria. Un capitalismo di cartapesta avvelenato dai prestiti che rovinano la vita, inventato dalla televisione che crea soldi da scatole in prima serata e da domande di prima elementare. Il sesso è business, nei marciapiedi, nei calendari, nelle compravendite di senatori. La politica è tangenti, corruzione, frode fiscale, false fatturazioni, corruzione giudiziaria, finanziamenti illeciti. I 24 parlamentari condannati, quasi tutti, sono colpevoli di avidità.
    Mi ricordo, da bambino, la corsa al cotechino al centro di un grande piatto di risotto in comune. Chi mangiava più velocemente arrivava al cotechino. Non c’è più quella competizione e neppure il cotechino al centro del piatto. Lo mangiano sempre prima in cucina.
    La contraddizione di un Paese ossessionato dal miraggio della ricchezza facile e senza soldi dove ci porterà?
    La gente non si rassegna ad essere povera, se non può essere ricca, deve almeno far finta. L’apparenza del nulla costruita sui debiti.
    Quanto vale il denaro non necessario per vivere? Nulla, anzi è un debito, lo paghiamo con il nostro tempo, con i nostri affetti.E’ una droga che fa impazzire la società. Più della cocaina, più dell’eroina. E genera mostri che uccidono.
    Non indebitatevi più, se potete, e a Natale date un bacio ai vostri figli e anche ai vostri nonni da parte di Beppe. Buon Natale!
     
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